«In “Contemplazione” di Franz Kafka … c’è qualcosa della coscienziosa malinconia con cui un pattinatore su ghiaccio esegue le sue lunghe giravolte e figure…c’è una grandissima padronanza artistica».
Robert Musil
Franz Kafka
Traduzione di Margherita Belardetti
Nota al testo di Roland Reuß
Testo originale a fronte
«I ponti»
25,00 €
Nel centenario della morte, il folgorante esordio letterario di Franz Kafka.
Quando, nel dicembre 1912, appare Contemplazione, il primo libro del ventinovenne Franz Kafka, non è solo l’abnorme dimensione dei caratteri – voluta dall’autore – a impressionare i lettori come qualcosa di inusitato, perché le brevi, a volte brevissime prose che lo compongono, sottraendosi a qualsiasi definizione, sono come estranianti quadri poetici in cui c’è già tutta l’originalità e la potenza dell’opera di Kafka, condensata in una scrittura tesa, abbagliante. È una scrittura-confessione, una scrittura a suo modo impudica per troppo mettersi a nudo, una scrittura visionaria capace di scardinare sintassi, logica e l’idea stessa di letteratura, che pure in quegli anni si sta aprendo, con esiti anche dirompenti, allo sperimentale e alla rottura con la tradizione. Ma la voce di Kafka, già allora, brilla altissima nella sua unicità.
Esordio letterario di Franz Kafka (1883-1924), Contemplazione (Betrachtung), raccolta di 18 brevi prose – otto delle quali apparse in precedenza nella rivista «Hyperion» di Monaco -, uscì nel 1912 presso l’editore Rowohlt di Lipsia.
L’edizione che qui presentiamo, nella nuova traduzione di Margherita Belardetti e con testo originale a fronte, è corredata di una Nota al testo di Roland Reuss, tra i massimi studiosi di Kafka, che ricostruisce puntualmente la genesi del libro.
«Perché siamo come tronchi d’albero nella neve. In apparenza vi poggiano sopra, e con una piccola spinta si potrebbero spostare. No, non si può, perché sono saldamente congiunti al terreno. Ma guarda, persino questo è solo apparenza».