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Colin Mayer
A cura di Pierangelo Dacrema
«I campi»
«Un appello per un cambiamento radicale» («Financial Times»).
Da un secolo il pensiero economico si muove all’interno della tradizionale dicotomia tra micro e macroeconomia, che ha assunto il valore di dogma.
Ma è un dogma ormai obsoleto, che va riposto nella cassetta degli attrezzi di una volta. Lo dimostra, e in modo inconfutabile, questo libro che a buon diritto si può definire rivoluzionario, scritto da Colin Mayer al termine di una brillante carriera come professore di Finanza dell’Università di Oxford. Se Adam Smith nel XVIII secolo è stato il padre indiscusso del capitalismo, Mayer è l’architetto di un capitalismo che il XXI secolo dovrebbe avere il coraggio di varare, con una nuova visione del fatto economico in cui la ragione non toglie spazio al sentimento. Viviamo in un mondo in cui non si contano gli esclusi dalle più elementari forme di benessere. C’è ansia di giustizia ed equità. E non ammettere che il sistema economico che governa le nostre esistenze è il principale artefice dei nostri fallimenti, personali e collettivi, sarebbe un’ingenuità imperdonabile. Imperativo della finanza è favorire la nascita e la prosperità di aziende strutturalmente votate a risolvere i problemi delle persone e del pianeta, e ciò riducendo al minimo gli inconvenienti collaterali. Un appello a comportamenti più responsabili del ceto imprenditoriale? No, un vero e proprio richiamo alla necessità che l’etica economica diventi obbligatoria, si traduca in legge, faccia parte integrante della normativa in campo societario. Le trillion dollar companies prendono decisioni con un impatto superiore a quello della politica economica di molti governi. Sarebbe troppo chiedere di destinare una parte dei loro abnormi guadagni a risarcire i danni che spesso le loro attività provocano? E non è, non deve essere un’utopia aspirare a un mondo con ricchi un po’ meno ricchi e poveri un po’ meno poveri.
«Attualmente, i profitti scaturiscono sia dalla creazione di problemi che dal la capacità di porvi rimedio. Il business deve essere redditizio per poter giustificarsi e affermarsi, ma i profitti dovrebbero nascere dal risolvere e non dal causare problemi comuni. È morale che il business sia redditizio, ma ciò che è redditizio non è necessariamente morale».
Colin Mayer è professore emerito di Management Studies e Visiting Professor presso l’Università di Oxford. Delle sue numerose opere si ricordano, tra le più recenti, Firm Commitment (2012), Principles of Financial Regulation (2016) e Prosperity (2018; trad. it. Prosperità. Dal profitto al benessere, Ayros, 2021). I fallimenti del capitalismo è apparso nel 2024.